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1846, di Vittor TREVISAN

 

FAUNA

Così, e pegli angustissimi limiti imposti e pel difetto di un libro al quale ricorrere per lo studio degli animali indigeni sin ora osservati negli Euganei, valgano i rapidi cenni seguenti ad adombrare l’insieme della zoologia nostrale.

         mammiferi (scarso il numero): la volpe, la lontra, non molto frequenti fra noi, la donnola, la faina, e il tasso rarissimo; 

         chiròpteri: il plecotus auritus, il myotis murinus, la noctula serotina, il vespertitio serotinus;

         insettivori: la talpa, il crossopus fodiens, il sorex araneus, la crocidura musaranea, il riccio;

         rosicanti: lo scoiattolo, il ghiro, il moscardino, i mus sylvaticus, musculus, decumanus, rattus, gli hypudaeus Musignani (arvicola Musignani, Selys, 1838, arv. Destructor, Savi 1839, arv. Terrestris, C.L. Bonap. Non Herm) il più raro fra tutti e Savii (arvicola Savii, Selys. Arv. Selysii, Pecchioli: Arv. Arvalis, C.L. Bonap. Non F. Cur); infine il timido lepre.

Uccelli osservati nei nostri colli

Rapaci

18

Silvani

107

Trampolieri

11

Acquatici

9

Razzolatori (quaglia e starna)

2

Specie terrestri sedentarie o semisedentarie

32

Specie dimoranti e nidificanti nell’estate ma emigranti nel verno

53

Specie di doppio passaggio, in primavera ed autunno, non solite ad annidare

4

Specie dimoranti nel verno ed emigranti in primavera

11

Specie di passaggio

27

Uccelli acquatici e trampolieri stanzianti e d’estate e d’inverno, oppure di doppio passaggio

11

Uccelli di passaggio irregolare

9

Queste cifre appalesano la grande sproporzione tra il numero de’ silvani e quello dei trampolieri e egli aquatici, dovuta alla pochezza o mancanza di adatte stazioni. Rammentiamo fra i più degni d’osservazione l’aquila naevia e l’aquila reale, il circus cyaneus, il coracius garrula, uno dei più appariscenti, il merops apiaster il bellissimo fra gli uccelli europei, la non meno agile che venusta tichodroma muravia, la cettia altisonans. la curruca orphea, la plectrophanes lapponica, la pyrgita domestica, la petronia stulta, la porzana pygmaea.

Nella classe dei rettili la Fàuna Euganea non offre più che la testudine fluviale, il ramarro, la lucertola, il ghiacciolo, il zacholus austriacus, da noi rarissimo, il callopellis flavescens, il coluber viridiflavus, la natrix tassellata, e la velenosa, variabilissima, né frequente vipera aspide; siccome in quella degli anfibii non più che le rane esculenta e temporaria, l’hyla viridis, il bufo vulgaris e viridis, la salamandra maculosa e il triton cristatus e punctatus. Gli otto comunissimi pesci nostrali sono il cottus gobio, l’acanthopsis taenia, il barbus fluviatilis, il cyprinus carpio, il leuciscus erythroèhtalmus, il luccio, la tinca e l’anguilia.

Poi sette crostacei, settant’otto aracnidi, dieci miriapodi. E in quanto agli insetti delle 2368 specie raccoltene:

Apteri

154

Coleopteri

927

Ortopteri

42

Emipteri

245

Nevropteri

47

Imenopteri

358

Lepidopteri

406

Dipteri

287

Suctorii

2

Fra le rarissime primeggiano la cicindela italica, i carabus germarii e sublineatus, il cyphon discolor, la colophotia italica, le cantharis clypeata e femoralis, il ptinus nigripennis, il catops basalis, il ptilium limbatum, gli elmis Wolkmari, e subviolaceus, l’apion nigritarse e tant’altre.

Vivono infine negli Euganei:

 

Molluschi (dei quali 61 cefali e 5 acefali)

72

Polmonacei nudi

5

Polmonacei conchiliferi terrestri (fra cui 23 elici)

33

Polmonacei conchiliferi fluviali

13

Pettinibranchi

10

Submitilacei

3

Cardiaci

2

Citansi tra le specie più degne di nota il limax gagates, le helix obvoluta, cingolata, oscurata, il bulimus decollatus, la pupa umbilicata, la torquilla cinerea, le clausilie itala e papillaris, e il pomatias maculatum. Nelle aque termali fino alla temperatura di 36 Reaumur vivono prosperamente la paludina impura e più che tutto la muriatica.

La Fauna nostrale adunque annovera oggidì nelle classi precitate, senza tener conto delle varietà, non meno di 2736 forme specifiche, e verosimilmente altre ancora se ne rinverrebbero sfuggite ad indagini forse non accuratissime.

Poi aggiungi ed entozoari, e polipi, e zoospermi, e infusorii, e quelle diatomee ai zoologi con tanta perseveranza contrastate dai botanici e di cui le aque termali particolarmente alimentano non solo scelto novero , ma anche parecchie forme nuove, e particolarmente il genere Brachysira.

Né sembra ingiusto il lamento che non uno peranco dei padovani studiosi delle scienze naturali abbia rivolta daddovero la mente a raccogliere, osservare e descrivere uno ad uno i nostri animali indigeni. Le quali storie. parziali sarebbero come gli elementi primi preparatorii e necessarii per un edifizio più gigantesco, quale sarebbe quello della completa Fauna italiana, impresa forse da lasciarsi in eredità a’ figli de’ figli nostri.

 

Vittor TREVISAN

 

Sommario

Da: Strenna dei Colli Euganei (1846, a cura degli editori del «Giornale Euganeo» J. Crescini, G. Stefani – ripresa in I Colli Euganei (Bologna 1978, Riedizione anastatica, Atesa Editrice).

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