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  Volo …altra storia  

VENDA

S’alza metri 577,20 sopra il livello del mare e maggioreggia a tutta la catena. Nella sua falda orientale si trova copia di argilla ferruginosa non a modo per altro da chiamarsi miniera, né assicurare larghi profitti ad una speculazione metallurgica. Il nome Venda dicesi derivato al sito da un tempio a Diana Bendia. Stava ne’ bassi tempi alla metà dell’erta un castello munitissimo chiamato Pè di Venda, distrutto dagli Scaligeri nel 1312: in questo riparò Enrico Forzaté dalla tirannide di Eccelino. In vetta era un convento di monaci Olivetani, della cui ampiezza e solidità fanno prova grandiose rovine. Da una lapida che si vedeva nel sacrario e che pubblicò il Salomonio, risulta come nel secolo decimosesto fosse tutti gli anni su questa cima grandissima frequenza di popolo nel dì che si celebra la decollazione di s. Giovanni. Su questo monte si rinvenne una iscrizione indicante ch’era termine posto fra’ Padovani ed Atestini da L. Cecilio proconsolo delle Gallie. Essa si conserva nel museo di Este illustrato dal dottissimo nostro collaboratore ab. prof. Furlanetto. Il chiaro numismatico Borghesi l’attribuisce a quel Lucio Cecilio Metello Calvo che fu consolo nell’anno 612 di Roma e proconsolo della Gallia Cisalpina.

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A. Cittadella-Vigodarzere Guida di Padova 1842

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