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GEMMOLA

Gemmola (cioè gemma degli euganei) dicono le nostre cronache nobilitato da santuarii ed ornato da edificii anche prima che la b. Beatrice di Este quivi fabbricasse un ampio monastero. La vita di questa santa donna porse argomento a voluminose leggende, nelle quali le virtù di lei si mescolarono con tutto ciò che la imaginazione può offerire di più meraviglioso alla credulità. L’eruditissimo ab. Brunacci sceverò il vero dalle favole in una dissertazione scritta con sagace critica e ricca di notizie recondite. È istorica verità, che la suddetta Beatrice, figlia di Azzo marchese d’Este, giovane, bellissima, ricca, fuggì nascostamente dopo la morte del padre dalla corte del fratello; venne l’anno 1221 a Monte Gemmola; vi edificò un convento, dotollo di giurisdizioni e proventi; vi riunì quaranta religiose sotto la regola di S. Benedetto, e con queste, monaca anch’essa, convisse; né volle mai alla comunità principare, ma soggetta alla obedienza delle badesse Desiderata ed Imiza, quivi in età di trent’anni morì, restando per lei al fondato monastero gran fama, grandi ricchezze e la sua spoglia mortale, che onorata di culto vi chiamò divoti fino al 1578, nel quale anno da Gemmola fu trasportata in S. Sofia di Padova.

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A. Cittadella-Vigodarzere Guida di Padova 1842

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Beatrice d'Este
di Leonardo da Vinci
(Bibl. Ambrosiana)

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