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RUA

Fino al 1339 stava qui una chiesa dedicata a Maria. Nel 1537 fu murata nuova chiesa e circostanti cellette a ricetto di monaci Camaldolesi. Un fitto bosco di alberi secolari circondava l’eremo e proteggeva con dense ombre la quiete de’ pii solitarii. Nel burrascoso principio di questo secolo fu dissacrato il tempio, espulsi i romiti, diradata la selva. Nella scena dei colli euganei il Rua, benché minore del Venda, primeggia distinto per la maestosa opacità del residuo bosco che ne incorona l’aguzzo comignolo.
A piè del Rua sulla strada che mena a Torreglia vedesi la casa in cui nacque Jacopo Facciolati, che primeggia fra que’ molti dottissimi cultori della letteratura latina, dagli studii de’ quali venne tanta rinomanza al Seminario vescovile di Padova.

A. Cittadella-Vigodarzere Guida di Padova 1842

altre notizie:

Nel sec. XIV c’era un oratorio, cui il camaldolese Bonaventura Boldù nel 1339 aggiunse un piccolo romitorio dipendente dalla Badia di S. Mattia di Murano, cui il nostro frate apparteneva. Abbandonato e caduto in rovina, i padri vi ritornarono nel 1528 anno in cui morì il beato Paolo Giustiniani (1476 - Roma 28 giu 1528) fondatore e capo della Congregazione eremitica camaldolese di monte Corona. Padre Girolamo da Sessa con l’auto di altri, nel 1537 costruì la chiesa, che per qualche anno era stata baracca di legno, e ventidue celle, ciascuna composta da una cameretta e uno studiolo. Un minuscolo spazio coltivato a giardino od orto separa ciascuna cella dalle contigue. Il convento, nel quale dimorò a lungo anche quegli che poi divenne papa Gregorio XVI, fu chiuso nel 1810 da Napoleone.
Venduto all’incanto e acquistato per dodicimila zvanziche da certo Antonio Faccanoni che buttò giù per prima cosa le piante. Nel 1863 venne riacquistato dai monaci che ripiantarono il bosco ed iniziarono vari restauri.
Malgrado alcuni tagli praticati durante la guerra 1915-18, il bosco verdeggia e prospera ancora grazie anche agli interventi di rimboschimento operati dal Corpo Forestale dello Stato.

Callegari, AdolfoGuida dei Colli Euganei (1931- 1963, 1973)

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 – 1863, viene restaurato dal monaco Giuseppe Neri, che ne difende validamente la proprietà opponendosi alle pretese del Demanio.