euganeinews
in rete dal 1996

Volo … altra storia  

Video



CATAIO

Pio degli Obizzi nella seconda metà del secolo sestodecimo edificava con lungo e coraggioso lavoro gran parte di questa splendida villa. Risecò buona porzione del monte che sporgeva molto innanzi e metteva il piede nel fiume; ne spianò il pendio rupinoso per istendervi sopra orizzontalmente i cortili; scavò nel suo grembo anditi e scale; vi fece un parco cinto di muro, popolato di belve, ricco di piante, annaffiato da perenni acque ed alzò il superbo palagio dilargato in terrazzi e incastellato di torri. Qui l’architettura, deviando dalle regole severe della simmetria, si lasciò guidare dall’agile imaginazione; e traendo profitto dalle opportunità ed anche dagli ostacoli del sito, murò un edificio che rimembra quegli descritti ne’ poemi cavallereschi; tanto esso tiene al fantastico e sente del prestigioso. Il cav. Gian Battista Zelotti vi operò dentro tutte le dipinture allegoriche, simboliche, mitologiche dei due piani superiori, non che le istorie della famiglia Obizzi effigiate nel piano principale. Il march. Tomaso Obizzi figlio del suddetto accrebbe pregio al magnatizio soggiorno riunendovi gran copia di armi, di stromenti musicali, di sculture, di lapidi; e formandone altrettante collezioni che si meritano l’accurato esame dell’archeologo e il curioso sguardo dell’erudito. L’armeria conta buon numero di armature complete, parecchie rotelle ed elmi e barbute di fine lavoro, e molte armi da fuoco quali si usarono in epoche vicine alla invenzione della polvere: hannovi perciò archibusi e pistole a miccia, e cannoni di cuoio e colubrine di bellissimo getto. Nella raccolta musicale merita osservazione qualche liuto squisitamente intarsiato; istromento da cui l’età mezzana seppe trarre tanto soavi e tanto possenti armonie. Il museo di antichità supera l’aspettazione di chi visita una collezione privata in soggiorno campestre: vi si ammirano urne e vasi etrusci, idoli egiziani, sarcofaghi istoriati, arnesi di varia foggia usati dagli antichi popoli, arredi sacri de’ primi tempi del cristianesimo, statue intere e torsi e busti e bassorilievi e buon numero d’iscrizioni: si attende con desiderio la illustrazione che ne pubblicherà l’eruditissimo Cavedoni. Lo stesso ultimo discendente della illustre famiglia degli Obizzi ben provide alla conservazione e all’incremento del Cataio, legandolo per testamento alla sovrana dinastia degli Estensi. Perché S.A. Imp. R. l’arciduca d’Austria Francesco IV duca di Modena, del quale venne in dominio, ampliò l’abitazione, vi aggiunse nuovi ornamenti, aggrandì ed abbellì le adiacenze, aperse nuove strade di comunicazione coi paesi vicini a comodo di questi, protraendole anche a non brevi distanze, e si conduce ogni anno a villeggiarvi desiderato dalle circostanti popolazioni, sulle quali spande a larga mano abituali beneficenze.
Fra le importanti giunte fatte dall’arciduca Francesco IV a codesto castello, merita speciale ammirazione la cappella. Essa e nel tutto e in ciascheduna delle sue parti e persino ne’ più minuti accessorii tiene fedelmente dell’architettura gotico-tedesca tanto accomodata agli edificii sacri ed alla significazione dei religiosi sentimenti. Le pitture che compongono il trittico dell’altare, quelle dell’ancona soprapposta e le molte che adornano le pareti della chiesa disposte nel più acconcio ordine ed intorniate di gotici fregi dorati, sono tutte antiche e, fra le molte di pregio, parecchie di somma bellezza. La costruttura di questa cappella curava l’arciduca Massimiliano, fratello al regnante di Modena, principe e nella militare e nella civile architettura espertissimo.
Chi desiderasse intorno a codesta villa, fregio del padovano, maggiori e più particolareggiate notizie legga il voluminoso ragionamento di Giuseppe Betussi e il dialogo frondosissimo di Sperone Speroni.

…prosegui ð Battaglia Terme
o torna all’inizio

A. Cittadella-Vigodarzere Guida di Padova 1842

Torna su

Il marchese Pio Enea degli Obizzi fece costruire nel 1570, ai piedi del monte Ceva, sulle rive del fiume Brenta, dall'architetto Andrea Dalla Valle un edificio su un preesistente castello medievale.
Venne ampliato a più riprese dagli stessi Obizzi e, nell'Ottocento, dai duchi di Modena e dagli arciduchi d'Austria, ai quali era passato in proprietà, con l'aggiunta di un'ala verso la collina.
Oggi conta ben 350 stanze, molte con affreschi di Gian Battista Zelotti (1526-1578), artista della scuola di Paolo Veronese, e dai suoi allievi.

[Da: Annie SacerdotiLe Ville Venete – Istituto Regionale per le Ville Venete – Marsilio 1998]

Venne costruito secondo disegni e piani portati dai suoi viaggi dal famoso esploratore veneziano Marco Polo. Sembra essere stato fabbricato ad imitazione del castello di Katay in Tartaria, e ciò spiegherebbe il suo nome, e la stranezza della sua forma.
Contava più di 100 statue, 182 busti, 64 bassorilievi, ecc.; un medagliere conteneva 14.600 oggetti; questi, assieme a circa 3000 statuette e ad innumerevoli altri oggetti, furono in questi ultimi anni [1911] portati a Vienna.

[Da Viterbi Bona, I Colli Euganei nella storia e nella leggenda, 1911]

  Volo … altra storia